Accomodiamoci sul colorato tappeto volante delle spezie e iniziamo a scoprire tutto ciò che è interessante sapere sul curry.
Namastè. È la formula con cui gli indiani si salutano e viene accompagnata dal gesto di unire le mani palmo contro palmo, all’altezza del cuore. Il significato letterale è “mi inchino davanti a te” (“namas” significa inchinarsi con reverenza e “tè” si traduce come “a te”). Cominciamo con il saluto indiano perché vogliamo accompagnarvi a scoprire il fascino unico delle spezie orientali: gli aromi e i sapori di queste essenze trasformano infatti i piatti più semplici in un tripudio di colori e inimitabili sapori.
Il curry Cannamela non è una singola spezia, ma una miscela di spezie costituita da curcuma, coriandolo, cumino, fieno greco, zenzero, aglio, finocchio, peperoncino, alloro, chiodi di garofano, cardamomo.
Questo mix può essere delicato, piccante o piccantissimo. Nella tradizione, nessun curry è uguale ad un altro, in quanto variando la scelta e le dosi delle singole spezie può cambiare completamente il sapore finale. La preparazione di questa miscela è considerata in India il segreto principale del successo di uno chef o di una padrona di casa.
Il termine “curry”, oggi molto noto in occidente, è il nome attribuito dai britannici in epoca coloniale a questo mix di spezie, che nella cucina indiana viene comunemente chiamata “masala”, che significa infatti “miscela”. Colui che lo prepara è un vero e proprio artista del sapore. In generale, la capacità del baburchi, lo chef indiano, ruota intorno all’arte di miscelare e dosare le spezie nei suoi piatti, non solo per ottenere la tipicità del gusto, ma anche per sfruttare al meglio le virtù dei principi attivi contenuti nelle varie spezie, così come insegna l’antica scienza ayurvedica indiana.Cannamela ha scelto di comporre il proprio Curry con sole spezie ed erbe aromatiche, scelte tra quelle classiche utilizzate anticamente dagli esperti di masala, che selezionavano per i signori indiani le spezie più pregiate: la curcuma, responsabile del colore giallo oro rilasciato durante la cottura; lo zenzero, che ha una particolare affinità elettiva con l’aglio; il coriandolo, dal gusto dolce e dal profumo quasi agrumato; il cumino che insieme al peperoncino dona la giusta nota aromatica e piccante; il fieno greco dall’aroma gradevolmente erbaceo, che ricorda il fieno appena tagliato; il finocchio, dal gusto fresco e fragrante e il cardamomo che aggiunge una notafresca e penetrante. Chi ama sperimentare in cucina, può usare la propria creatività per comporre il proprio curry, seguendo fra le tante spezie ed erbe dell’assortimento Cannamela.
Cannamela sceglie solo spezie di alta qualità, controllate e selezionate nei paesi di origine. Il Curry Cannamela è preparato dosando in modo sapiente le migliori spezie, senza aggiungere altri ingredienti come sale, fecola, amidi e additivi, che possono rendere il curry meno intenso e autentico. Provatelo in cucina e scoprirete uno dei mix più versatili, adatto a primi, secondi di carne o vegetariani, ma perfetto anche nei contorni di verdure.
Seppure il curry sia un mix di spezie, l’ingrediente presente in quantità maggiore è la curcuma. La curcuma, il cui nome deriva dalla parola araba “kurkum”, che significa zafferano per il suo colore giallo intenso che ricorda quello dello zafferano, è conosciuta in India fin dai tempi più antichi. Testimonianze del suo utilizzo risalgono a circa 3000 anni fa nei testi indiani dei Veda. Attualmente, la curcuma è parte integrante della dieta quotidiana in India e rappresenta uno dei principali rimedi nella medicina ayurvedica, secondo cui ha proprietà purificatrici sul corpo ed è impiegata per una vasta gamma di disturbi, tra cui febbre, infezioni, artrite, dissenteria e problemi al fegato. Anche la scienza occidentale, negli ultimi anni, si è interessata sempre più alle proprietà della curcumina, il principio attivo della curcuma.
La parola “curry” è una derivazione europea del nome tamil “Kari”, che significa “foglie essiccate di arbusto” e che designa anche un piatto vegetariano della regione indiana di Madras. Venne introdotta in occidente a partire dal diciottesimo secolo dagli inglesi per indicare la mistura di spezie utilizzata nella cucina indiana piuttosto che il piatto cucinato. In India l’equivalente europeo del curry è indicato con il termine “masala”. Il masala è molto usato e conosciuto, seppur con composizioni molto differenti, in India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Nepal, Indonesia, Malesia, Thailandia, Cina e in molte altre località asiatiche.
Il curry è stato protagonista anche in occasione del Gran Gala indiano alla Casa Bianca, la prima cena di Stato degli Obama in onore del primo ministro indiano Singh. Un tocco vegetariano all’insegna di una serata color India: dal giallo oro del curry presente nei piatti ai coloratissimi addobbi floreali che ricordavano i pavoni simboli del paese di Gandhi.
Il curry più piccante del mondo è stato creato in Inghilterra dal ristorante indiano Polash. Si chiama Polash Meltdown il piatto al curry che raggiunge la più alta vetta di piccantezza. Chi riuscirà a finire tutto il piatto, non solo avrà un pranzo gratis, ma riceverà anche una maglietta con la scritta: “Ho mangiato il Polash Meltdown e sono sopravvissuto”.
Per mantenere intatto l’aroma del curry consigliamo di seguire alcuni piccoli accorgimenti:
La verità, infatti, è che il profumo e la bontà delle spezie si mantengono solo se si conservano bene.
Come abbiamo visto, il curry è l’ingrediente distintivo della cucina indiana e può essere impiegato per preparare piatti sia salati che dolci. Può essere aggiunto alle preparazioni in umido, cuocendo insieme agli altri ingredienti. Oppure può essere usato per preparare salse al curry che accompagnano piatti a base di carne o pesce serviti con riso. Infine, in alcune ricette, può essere aggiunto alla fine della cottura, amalgamandolo agli altri ingredienti sul fuoco. Solitamente viene utilizzato per insaporire carni, soprattutto bianche come pollo o tacchino, chi non conosce il famoso pollo al curry? Il curry si sposa bene anche con pesce e verdure, ad esempio puoi provare i gamberi al curry dolce o le patate al curry. Non solo, infatti viene spesso impiegato in pasticceria, abbinato ai chiodi di garofano, per la preparazione di torte e biscotti e anche nella preparazione di bevande e tisane.