La curcuma è una spezia originaria dell’Asia sud-orientale che si contraddistingue per il sapore muschiato e il particolare colore dorato. Insieme ad altre spezie, la curcuma è uno degli ingredienti principali della miscela del curry, alla quale conferisce il caratteristico colore ambrato. Annoverata anche da Marco Polo, che usava spesso citarla nei propri viaggi in Cina associandola, per colore e gusto alla pianta dello zafferano, in Occidente oggi la curcuma viene spesso usata in sostituzione allo zafferano tanto da essere volgarmente chiamata anche “Zafferano delle Indie”.
La curcuma deriva dalla radice di una pianta perenne sempreverde, la Curcuma longa. La curcuma è coltivata nei paesi del Sud Est asiatico, dalla Cina a Taiwan, dall’Indonesia all’India, che rappresenta sia il primo produttore che il primo consumatore di curcuma a livello mondiale. La curcuma è caratterizzata da radici di colore giallo-arancio brillanti che, una volta raccolte, vengono bollite ed essiccate al sole o in forno, e dopo vengono macinate per ottenere la polvere. Le sue foglie sono lunghe, di colore verde chiaro, e i suoi fiori si caratterizzano per una forma lunga e stretta, a “spiga”.
Con queste parole Marco Polo descrive la curcuma non appena la scopre: «Un frutto che assomiglia allo zafferano; benché non sia alcunché di tale sorta, alla guisa pratica esso è interessante quanto lo zafferano». Forse proprio a partire dall’osservazione del navigatore veneziano, in Occidente la curcuma è stata oggetto di fortune commerciali, soprattutto perché era usata per le sue proprietà coloranti. In India la curcuma è utilizzata in alcuni riti hindu in quanto il colore giallo simboleggia il sole e in alcune zone dell’Indonesia si preparano piatti rituali propiziatori a base di curcuma. La curcuma è un ottimo colorante naturale: da sempre in Cina e India è utilizzata per tingere i tessuti di cotone e di seta, i monaci buddisti per esempio ancora oggi tingono i rispettivi sai con la polvere di curcuma, e le donne indiane la utilizzano come cosmetico in occasione di nozze e compleanni.
Oltre che un componente del curry, la curcuma è anche un ingrediente fondamentale di numerosissime ricette asiatiche, come il piatto nepalese momos (gnocchi nepalesi a base di carne) e il piatto tailandese kaeng taipla (curry con gamberi e pesce). Oltre che nella cucina asiatica, la curcuma si sta ampiamente diffondendo anche nella cucina europea dove trova un largo impiego in molte ricette. Ideale per carni bianche, zuppe, risotti ,vellutate, si abbina perfettamente anche con pesce, formaggi spalmabili, frutta cotta, yogurt e insalate.In particolare Cannamela sceglie solo curcuma di alta qualità, controllata e selezionata nei Paesi di origine, in modo che vengano preservate durante la raccolta e le varie fasi del processo di essicazione tutte le note aromatiche che caratterizzano il profumo e il tipico sapore di questa pianta tanto amata dalla cucina orientale.
Già 4000 anni fa gli Indiani facevano largo uso della curcuma nei rituali indù, considerandola un potente antisettico contro tagli, scottature e contusioni. Sempre nella medicina tradizionale indiana, la curcuma veniva largamente usata anche per favorire la disintossicazione dell’organismo, in particolare del fegato, e come aiuto negli stati infiammatori. La radice della curcuma era considerata in medicina Ayurvedica come una delle piante più importanti, soprattutto per le sue proprietà cicatrizzanti e antinfiammatorie. La tradizione le attribuisce inoltre un’importante azione antiossidante per uso esterno nei problemi di invecchiamento della pelle. Le donne indiane infatti si spalmano spesso il viso con la polvere di curcuma, ritenuta anti-macchie e anti-rughe. La spezia che si ricava dalla curcuma contiene un componente, la curcumina, su cui si è concentrata in modo particolare l’attenzione degli studiosi negli ultimi anni, in relazione agli effetti antinfiammatori che questo componente sembra avere. La curcuma è anche ricca di olii essenziali che sono in grado di stimolare l’appetito, quelli amari sembrano inoltre stimolare la formazione di enzimi digestivi e promuovere un adeguato metabolismo.